Il castello viene indicato normalmente nelle fonti latine con il termine castrum. Castellum è un diminutivo di castrum. Castrum e castello possono indicare tanto una fortificazione di valore esclusivamente militare quanto un centro in genere fortificato sede di una popolazione civile. Auletta era un castrum fortificato.

Catrum Olida viene appellato in molti documenti del XII secolo sede di una popolazione civile e di un edificio fortificato, il Palatium, dove abitava il signore e i soldati che presidiavano il villaggio di Olida. Solo a partire dal XIV secolo si cominciò ad affermare il significato di castello come dimora signorile fortificata. Il castello di Auletta ha una origine antica. Nel VII-VIII secolo i Longobardi avevano ampliato e fortificato una costruzione, sita alla sommità della collina, che era stata in periodo romano una villa rustica già utilizzata dai Bizantini nella guerra contro i Goti come sede del comando, di ristoro delle truppe e di stazionamento delle salmerie. La cerchia fortificata, costituita da una semplice palizzata di legno, occupava grosso modo tutta l’area dell’attuale castello, del Campitello e del palazzo Carusi fino a raggiungere la porta del Rivellino, dove deviava verso il palazzo Mari, inglobava il palazzo D’Amato e continuava verso il Campitello facendo assumere al castrum un aspetto vagamente triangolare.

 Il villaggio che si era formato alle pendici della fortificazione venne protetto da una cinta difensiva e il palatium o castello divenne il secondo elemento difensivo interno rispetto alla cerchia periferica. Nel XIII secolo il palatium subì un ampliamento e adeguamento difensivo secondo le tecniche costruttive normanne con la costruzione di un mastio e di varie torri inserite nella cinta difensiva del castrum. Il castello con il suo castrum fece parte di un sistema difensivo che comprendeva un vasto territorio. E’ possibile ricostruire quali erano alcuni dei collegamenti visivi tra gli edifici fortificati del territorio. Il castello di Auletta tramite il catello di Brienza era in collegamento con la Val d’Agri e lo Ionio, tramite il castello di Buccino con la valle dell’Ofanto e con l’Irpinia e tramite il castello di Sicignano con il resto del territorio del Principato di Salerno.

Il castello ebbe importanza strategica durante le incursioni saracene per il controllo che svolgeva del corso del fiume Tanagro e della via ad esso parallela. Durante la guerra del Vespro il castello e il castrum di Auletta validamente fecero parte della linea difensiva di sbarramento del passo verso Salerno agli Almugaveri, valorosi ma crudeli armigeri aragonesi, contribuendo alla difesa della monarchia angioina. Infatti, il 6 novembre del 1283 il castello aveva ospitato il principe Carlo lo zoppo, il futuro Re Carlo II d’Angio, venuto ad Auletta per sincerarsi dell’efficienza delle fortificazioni, della risolutezza della guarnigione e della fedeltà alla Corona angioina degli Aulettesi che sarebbero stati investiti da lì a poco dalle truppe aragonesi alle quali resistettero con grande tenacia e determinazione. Ma il castello durante la sua esistenza millenaria ha ospitato altri personaggi importanti. Il 22 e 23 ottobre del 1444 il re Alfonso d’Aragona si fermò ad Auletta ospite nel castello dei Gesualdo per poi trasferirsi il giorno 24 alla Certosa di Padula. Anche il Re Ferdinando I d’Aragona, come il padre, il 21 novembre del 1461 fu ospite nel castello di Auletta di ritorno dalla Calabria dove era sceso per reprimere una rivolta baronale e da qui scrisse a Francesco Sforza, informandolo che aveva terminato le operazioni belliche. Il 12 ottobre del 1487 il Principe Alfonso d’Aragona, il futuro Re, partito da Teggiano, fu ospite di Luigi Gesualdo e lo stesso Alfonso trascorse il Sabato Santo e la Pasqua, 18 e 19 aprile, del 1489 nel castello di Auletta e ascoltò la Messa pasquale nella chiesa del Monastero di Sant’Andrea. Fu gradito ospite di Luigi Gesualdo “che li facia assai carezze e assai honore”. Ma non basta! Il castello ospitò anche il Re Federico I d’Aragona il 26 ottobre del 1497, dopo che Luigi Gesualdo, ribelle al Re, fu costretto a consegnargli i castelli di Auletta e Caggiano. Per tutto il Cinquecento i Gesualdo continuarono ad avere particolare cura del castello, effettuando lavori di manutenzione e di trasformazione dello stesso in un palazzo signorile cinquecentesco. Il castello dei Gesualdo ospitò degnamente l’Imperatore Carlo V il 17 novembre del 1535 di ritorno dalla spedizione in Tunisia contro il pirata Barbarossa. Alla fine del Cinquecento non prevedendosi più pericoli esterni, la manutenzione e la custodia del castello cominciò ad essere trascurata perchè non c’era più la necessità di mantenere un posto fortificato. Nella prima metà del Seicento il castello venne quasi abbandonato e i vari eventi sismici fecero danni enormi, tanto che l’ingegnere Onofrio Zango nell’apprezzo dei beni feudali a proposito del Palazzo dei Gesualdo dice "La maggior parte di esso minaccia ruina per essere assai antico e disabitato". I Gesualdo erano diventati signori di nuovi importanti feudi ed avevano acquisito il titolo di Principi di Venosa. Pertanto, avevano trasferito altrove i loro interessi e le loro attenzioni. I nuovi feudatari di Auletta, i Vitilio, che avevano comprato il feudo dal Principe Nicola Ludovisi, ristrutturarono il palazzo in maniera adeguata e lo abitarono stabilmente. Il palazzo marchesale passò, dopo l’eversione della feudalità, alla famiglia Castriota Scanderberg. Il marchese Francesco Castriota Scanderberg ospitò nel 1934 e nel 1936 il Principe Umberto di Savoia con la sua consorte la principessa Maria Josè. Attualmente il castello, come viene chiamato dagli aulettesi, è posseduto dalla famiglia Maioli Castriota Scanderberg.

 

Fonte storica: Luigi Langone, medico prestato alla storia per pura passione. Aulettese.

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