La campagna rigogliosa di Auletta, il suo paesaggio collinare, caratterizzato dall'impianto di uliveti secolari, sono i tratti distintivi di questo ridente borgo, posto tra i 250 e i 280 m slm e dominato dal castello baronale, ancora oggi appartenente ai discendenti del principe albanese Giorgio Castriota Scandemberg, eroe cristiano della guerra mossa dall’Occidente contro l’avanzata dell’Impero ottomano.

Frazioni di Auletta sono le contrade Mattina, Ponte e Cerreta, da alcuni studiosi locali identificata con l’Acerentia romana riportata nella Tabula Peuntigeriana. L’economia locale è ancora fortemente ancorata ad una produzione agricola di pregio, soprattutto per quanto attiene alla produzione olearia, attività questa che, secondo alcuni, sarebbe all’origine della denominazione del borgo: Auletta deriverebbe, infatti, dal fitotoponimo “olecta”.  

Tutto il territorio di Auletta afferiva all’ager del municipio romano di Volcei, l’attuale Buccino, e ne costituiva parte integrante dell’entroterra produttivo. D’altra parte tutto il versante orientale della valle del Tanagro, compreso tra Pertosa e Contursi, restituisce numerosi resti di ville rustiche. Per quanto riguarda il territorio di Auletta sono stati individuati reperti che lasciano ipotizzare la presenza in passato di altrettanti insediamenti rurali in contrada Vagni, in contrada Mangosa, in contrada Serra S. Giacomo e in contrada Massavetere, quanto rimane di una fitta trama di ville rustiche di età romana, con impianti produttivi in alcuni casi funzionanti fino al IV sec. d. C.

In età medievale anche il territorio di Auletta, come accadde per la vicina Pertosa, fu interessato dallo stanziamento di una colonia di immigrati italo-greci in fuga dalla minaccia musulmana abbattutasi, a partire dal IX sec., sulla Sicilia e sulla vicina Calabria bizantine. L’attività di notai che ad Auletta ancora alla fine del XII sec. scrivevano i loro atti in greco, è attestata dalle pergamene un tempo appartenute all’archivio del monastero bizantino di Santa Maria di Pertosa. Dipendente proprio da Santa Maria di Pertosa era la chiesa di Sant’Andrea di Auletta, identificabile con l’edificio religioso che ancora oggi reca la stessa intitolazione e che in seguito divenne parte di un convento francescano. Ancora in tarda età normanna la comunità greca di Olecta era costituita da un nutrito gruppo di proprietari terrieri e da funzionari che ebbero anche un ruolo importante nell’amministrazione regia, come il dominus Dario di Auletta che fu alla corte di Enrico VI, padre di Federico II.

Infeudata a diversi signori del regno di Napoli, nel corso dei secoli successivi Auletta sviluppò la fisionomia caratteristica di borgo fortificato, con il suo circuito murario e le sue porte urbiche. Il terremoto del 1980 costituì in maniera drammatica, come per tanti altri centri del cratere sismico, un evento spartiacque nella storia di Auletta. Il borgo ha però saputo reagire in maniera propositiva a programmi di ricostruzione che si rivelavano inadeguati rispetto alle istanze più sentite dalla comunità locale, dando vita ad un raro “esperimento urbanistico” che ha preservato la memoria storica degli abitanti e il loro senso di appartenenza più autentico allo spazio del vissuto. Il Parco a Ruderi del Comune di Auletta è un esempio virtuoso di progettazione architettonica e di rivitalizzazione dei borghi colpiti dal sisma del 1980. Ideato dal Comune di Auletta e dalla Fondazione MIdA questo progetto di “parco urbano” prevede il restauro, il recupero e la fruibilità, con diverse finalità, di una parte rilevante del centro storico di Auletta, riqualificato e reso funzionale mantenendo integra la sua fisionomia così come si mostrava all'indomani del tragico sisma.

Insieme ad altri 4 Comuni divenuti luoghi-simbolo del terremoto: Venzone (terremoto in Friuli Venezia Giulia, 1976), San Felice Sul Panaro (terremoto in Emilia Romagna, 2012), Amatrice e Civita di Bagnoregio (terremoto in Centro Italia, 2016), Auletta costituisce uno dei case histories che esemplificano le diverse reazioni alle tragiche conseguenze del sisma: la risposta delle popolazioni colpite, i danni al patrimonio, e soprattutto le questioni riguardanti il recupero, il restauro, la ricostruzione. Obiettivo primario nella realizzazione di questo parco è stato, infatti, prima di tutto quello di sensibilizzare la società civile sul tema del “preservare in sicurezza” il legame esistente tra i luoghi dell'abitare e la memoria collettiva, affinché gli abitanti di un centro colpito dal sisma possano sentirsi “liberi” dalla paura del terremoto, liberi di tornare a popolare quelli che sono ormai unanimemente riconosciuti  – anche dall’immaginario internazionale – i luoghi più caratteristici d’Italia.

Viene così sperimentato un modello di “rivitalizzazione sostenibile” di un borgo e del suo territorio, attraverso la tutela del suo patrimonio storico immobiliare e con esso dell'identità collettiva dei suoi abitanti. Tutto questo in un percorso generale intrapreso d’innalzamento della qualità della vita, di ampliamento delle opportunità di crescita sociale ed economica, anche attraverso lo sviluppo di un turismo che valorizzi il portato originale e autentico del patrimonio culturale locale.

Un grande attrattore turistico è costituito anche delle Grotte di Pertosa Auletta, un importante sistema carsico tra i più visitati in Italia che il comune di Auletta gestisce insieme al comune di Pertosa attraverso la Fondazione MIdA, Musei integrati dell’Ambiente, ente fondato insieme alla Regione Campania, alla Provincia di Salerno e allo stesso comune di Pertosa.

 

Tratto da Rosanna Alaggio prof. Associato Storia Medievale dell'Università degli Studi del Molise

 

 

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